Il Consiglio di Stato conferma la decisione del TAR Sardegna in merito al rapporto tra l’autorizzazione ministeriale alla pesca e la concessione demaniale marittima regionale
Nel mese di maggio 2022 lo Studio aveva difeso una Società titolare di una delle concessioni demaniali marittime regionali della Sardegna aventi ad oggetto uno specchio d’acqua per il calo di una tonnara fissa.
Il TAR Sardegna, in accoglimento delle difese formulate nell’interesse della cliente dello studio, aveva affrontato la problematica del rapporto tra concessione demaniale marittima e autorizzazione ministeriale alla pesca, stabilendo che quest’ultima rappresenta il presupposto logico per il rilascio della concessione demaniale marittima regionale e non viceversa.
Secondo il TAR Sardegna, infatti, non può ritenersi possibile il rilascio di una concessione demaniale, finalizzata all’utilizzo di un’area per l’attività di pesca, in favore di un soggetto che non ha i requisiti per il rilascio dell’autorizzazione alla pesca, non potendo in mancanza di autorizzazione alla pesca, svolgere nell’area oggetto di concessione la relativa attività cui essa è destinata.
Per l’integrale lettura della Sentenza del TAR Sardegna si rimanda all’articolo pubblicato il 3 maggio 2022 .
La controparte, un’altra società titolare di una delle concessioni demaniali marittime regionali della Sardegna aveva impugnato la decisione del TAR Sardegna ma con la Sentenza n. 11236/23 pubblicata in data 27.12.2023, il Consiglio di Stato, ha rigettato integralmente l’appello confermando la sentenza del TAR Sardegna in particolare quanto al rapporto di connessione tra il provvedimento di autorizzazione alla pesca e la concessione demaniale marittima.
La pesca del tonno rosso con il sistema delle tonnare fisse: la vicenda
Controparte ha proposto appello avverso la sentenza di primo grado del TAR Sardegna ritenendola illegittima nella parte in cui ha statuito che il provvedimento di autorizzazione ministeriale alla pesca rappresenta il presupposto logico per il rilascio della concessione demaniale marittima e non viceversa.
Secondo gli assunti di controparte le statuizioni della sentenza sarebbero state irragionevoli e infondate nella misura in cui, ritenere che l’autorizzazione attribuita alla pesca costituisca un presupposto logico-giuridico per l’attribuzione da parte della Regione della relativa concessione demaniale significherebbe, di fatto, rimettere alla sola discrezionalità del Ministero l’individuazione del soggetto destinato ad ottenere il provvedimento concessorio, privando la Regione della propria competenza in materia.
La decisione del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato, in accoglimento delle difese formulate nell’interesse dallo studio Legale Dedoni,
ha rigettato l’appello proposto da controparte ritenendo condivisibile quanto statuito dal TAR Sardegna con riferimento alla circostanza, del tutto logica, che il provvedimento di autorizzazione alla pesca rappresenti normalmente, anche se non un atto presupposto in senso tecnico-giuridico, il presupposto logico per il rilascio della concessione demaniale marittima e non viceversa.
Ed infatti il rilascio della concessione, accompagnato da adeguata istruttoria, deve tener conto, quale elemento fondamentale del possesso da parte del richiedente dell’autorizzazione a poter espletare l’attività oggetto della concessione stessa perchè diversamente, ben potrebbe verificarsi il caso del rilascio di una concessione a soggetto non in grado, per qualsiasi ragione, ad ottenere l’autorizzazione alla pesca invalidando di fatto lo scopo sotteso al rilascio del provvedimento concessorio.
Gli avvocati dello Studio Dedoni sono a disposizione per ogni consulenza e gestione delle problematiche giuridiche in materia di concessioni demaniali.