Inattendibilità della prova testimoniale e valutazione complessiva delle prove nel processo.

La Sentenza della Corte d’Appello di Cagliari.

La testimonianza resa da soggetto ritenuto inattendibile, unitamente a tutto il materiale probatorio offerto dalle parti nel suo complesso, può essere posta a base della decisione solo se riveste i caratteri della gravità, precisione e concordanza.

Questo il principio espresso dalla Corte d’Appello di Cagliari con la recente Sentenza n.3009/2023, pubblicata in data 19 dicembre 2023, che ha riformato parzialmente la Sentenza del Tribunale di Cagliari n.2689/2021 limitatamente a quanto disposto ai capi b, e, f del dispositivo.

Inattendibilità della prova testimoniale e valutazione complessiva delle prove nel processo

Il caso concreto.

Il socio di una società di capitali aveva impugnato davanti al Tribunale di Cagliari la delibera assembleare adottata il 16.12.2016 con la quale l’assemblea dei soci aveva autorizzato la cessione di un immobile su cui veniva esercitata un’attività alberghiera e la cessione della relativa azienda in favore di due società terze, chiedendo, oltre la nullità e/o l’annullamento della delibera assembleare anche la dichiarazione di nullità derivata dei successivi atti di vendita.

Il Tribunale di Cagliari, con la citata Sentenza n.2689/2021, aveva dichiarato la nullità della delibera assembleare del 16.12.2016 e l’opponibilità della nullità alle società terze acquirenti del complesso immobiliare e dell’azienda alberghiera.

Lo Studio nell’interesse delle due società acquirenti ha impugnato la decisione del Tribunale davanti alla Corte d’Appello di Cagliari per chiedere la riforma della Sentenza di primo grado nella parte in cui aveva stabilito che la nullità della delibera assembleare fosse opponibile anche ai terzi acquirenti, che il Giudice di primo grado erroneamente aveva ritenuto in mala fede in quanto a conoscenza dell’esistenza della causa di nullità della delibera assembleare.

Nel merito si è eccepito che la decisione del Tribunale di Cagliari era errata laddove aveva posto a fondamento della Sentenza la sola testimonianza resa dal fratello della parte attrice, che aveva un chiaro interesse personale nella vicenda, e una comunicazione inviata per mail ordinaria, oggetto di contestazione.

Inattendibilità della prova testimoniale e valutazione complessiva delle prove nel processo

L’accertamento di fatto e la decisione del Tribunale di Cagliari

L’art.2377, comma 7, c.c. in tema di annullabilità delle deliberazioni delle società di capitali prevede che in caso di annullamento sono “in ogni caso salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione.”

Per buona fede si intende, secondo un’accezione soggettiva del termine, lo stato di ignoranza o l’erronea conoscenza circa una data situazione giuridica o di fatto, mentre per mala fede si intende invece la consapevolezza o l’esatta conoscenza di un fatto o di una data situazione giuridica.

È onere della parte che agisce in giudizio provare la sussistenza della mala fede, in quanto la buona fede è sempre presunta.

Il Tribunale di Cagliari con la Sentenza n.2689/2021 aveva ritenuto raggiunta la prova della mala fede in capo alle società acquirenti sulla base della sola testimonianza resa dal fratello della parte attrice e di una mail ordinaria inviata dall’attore a un socio delle società acquirenti, nonostante fosse stata contestata l’attendibilità del testimone e l’esistenza della mail.

Ha ritenuto pertanto il Tribunale di Cagliari fondata la domanda di nullità derivata degli atti di acquisto conseguenti alla nullità della delibera assembleare.

La riforma della Sentenza e la decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Cagliari ha, dapprima, accolto la istanza di inattendibilità del testimone di parte attrice eccepita dallo studio che, da un più attento esame della documentazione in atti, è risultato ampiamente coinvolto personalmente nella vicenda. Ha altresì ritenuto che la contestata mail in concreto non sia mai stata depositata in atti, precisando peraltro che detta mail è stata inviata al socio e non invece al legale rappresentante delle società acquirenti.

La Corte d’Appello di Cagliari, pertanto, ha ritenuto che il materiale offerto dalla parte attrice “a dimostrazione del superamento della presunzione della buona fede dei terzi acquirenti sia del tutto insufficiente, e non presenti, singolarmente e nel suo complesso considerato, i caratteri della gravità, precisione e concordanza: segnatamente, i due elementi di giudizio indicati dal Tribunale non risultano idonei, a parere della Corte, ad acquisire nella loro sintesi, valenza indiziaria, non avendo, ognuno dei due rafforzato e tratto vigore dall’altro in un rapporto di vicendevole completamento.” 

È stato così affermato che affinché sia ritenuta raggiunta la prova di un fatto occorre valutare il materiale probatorio in atti (documenti e dichiarazioni testimoniali) sia singolarmente che nel suo complesso in modo tale da poter essere posti alla base del convincimento del Giudice.

All’esito del giudizio di appello è stata confermata la nullità della delibera dell’assemblea della società e dichiarato che la nullità non è opponile alle società acquirenti con salvezza degli atti compiuti in esecuzione della deliberazione.

Lo Studio Legale Dedoni è a disposizione per ogni consulenza e gestione del caso concreto.

Nato a Cagliari il 14 novembre 1973, è iscritto all’Albo presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari dal 24 ottobre 2005 e collabora con lo Studio Legale Dedoni sin dal 2002.