Il Decreto Cura Italia, ossia Decreto Legge n. 18/2020, pubblicato in data odierna sulla Gazzetta Ufficiale, già disponibile sul nostro sito per un’agile consultazione, ha disciplinato, quale misura residuale e di chiusura del sistema l’istituto della cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro che non possono accedere agli ammortizzatori sociali tipizzati dal d.lgs. n. 148/2015 e di cui agli art. 19, 20 e 21 del D.L. n. 18/2020 previsti ad hoc per far fronte all’attuale emergenza sanitaria.
Cassa Integrazione in Deroga: di cosa si tratta
Come noto, la cassa integrazione in deroga è ammortizzatore sociale residuale, la cui previsione e finanziamento è storicamente di competenza regionale.
Il D.L. n. 18/2020 interviene nell’attuale sistema introducendo una cassa integrazione in deroga, finanziandola direttamente con fondi statali per oltre 3 miliardi di euro, la cui concessione è però demandata alle singole regioni.
In particolare, l’art. 22 del decreto in parola consente a tutti i datori di lavoro del settore privato che, come detto, non possono accedere alle altre misure già in essere e, comunque, con esclusione dei datori di lavoro domestico, di accedere all’integrazione salariale in parola allorquando si trovino in situazione di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
L’art. 22, al comma 1, prevede che la misura è concessa a fronte della conclusione, anche in via telematica, di apposito accordo sindacale sottoscritto con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Sotto questo profilo, e in attesa di chiarimenti ministeriali e dell’INPS, si consiglia di procedere alla consultazione sindacale limitata non solo alle rappresentanze sindacali unitarie/aziendali presenti in azienda ma anche con le articolazioni territoriali delle OO.SS. comparativamente più rappresentative, quantunque aziendalmente non presenti.
L’accordo sindacale preventivo non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti, i quali dunque potranno accedere alla misura senza preventiva procedura sindacale.
Cassa Integrazione in Deroga: per quanto tempo è concessa
La durata del trattamento di integrazione salariale è concesso in favore dei dipendenti in forza alla data del 23 febbraio 2020, con decorrenza dalla medesima data e non può eccedere le 9 settimane. Nel silenzio della legge, e in attesa di chiarimenti ministeriali, parrebbe consentito accedere alla misura per un periodo di tempo inferiore alle 9 settimane ed eventualmente prorogabile, fermo il predetto limite massimo.
I trattamenti di integrazione sono direttamente erogati dall’INPS, senza che sia consentita l’erogazione anticipata da parte del datore di lavoro con successivo conguaglio o rimborso con contributi previdenziali futuri. Ciò significa, in buona sostanza, che, la misura è comunque soggetta alla concessione preventiva da parte della Regione o della Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano che decidono con decreto, che andrà trasmesso all’INPS con modalità telematica entro quarantotto ore dall’adozione.
Il riconoscimento della misura è comunque condizionato alla disponibilità finanziaria del fondo ad hoc costituito che viene monitorato dall’INPS. In questo senso l’art. 22 ha previsto espressamente che le domande saranno valutate in ordine esclusivamente cronologico di presentazione. Qualora l’INPS comunichi che, sulla base delle domande inoltrate, si sia raggiunto il limite di spesa, anche in via prospettica, non saranno emanabili ulteriori provvedimenti concessori.
E’ pertanto opportuno procedere quanto prima con l’avvio della procedure e il conseguente invio delle domande.
Lo studio legale Dedoni è a disposizione per ogni consulenza e ausilio per la gestione delle suddette attività.
Avv. Ivano Veroni mail: ivano.veroni@studiolegalededoni.itL’avvocato Ivano Veroni collabora con lo studio Dedoni dall’anno 2011.
Durante l’esercizio della professione, l’Avvocato Veroni ha maturato specifiche competenze nel settore del Diritto del Lavoro e del Diritto Amministrativo.
E’ docente di diritto del lavoro per l’ANCI Sardegna e per l’IFEL.
Nell’anno 2022 ha ricoperto il ruolo di componente della Sottocommissione per la formazione in diritto del lavoro nel Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari ed è relatore in materia di diritto del lavoro nei convegni organizzati dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari.