Un dibattito ideologico
Cosa e’ il salario minimo
Da tempo il salario minimo è fonte di dibattito in Italia, dibattito per la verità fondato su questioni di natura ideologica piuttosto che di natura giuridica.
Chi sostiene che il salario minimo sia inutile e persino dannoso ritiene che debba essere riconosciuto alla contrattazione collettiva il ruolo di assicurare ai lavoratori un salario equo, anche se è evidente che la contrattazione collettiva fino ad oggi è riuscita ad assolvere a tale compito solo in parte .
Basta pensare al fatto che in Italia sono in vigore ben novecentoquarantasei Contratti Collettivi spesso “in concorrenza” tra loro perchè disciplinano mansioni del tutto affini se non identiche e che spesso ciascun contratto prevede un trattamento sempre diverso.
Si tratta dunque di una frantumazione delle regole che regolano la misura della retribuzione che spesso provoca effetti distorsivi finendo per attribuire a parità di mansioni, salari diversi.
Questa è forse la ragione principale che fonda la richiesta di coloro che invocano un salario minimo non derogabile che costituisca quindi una base certa per la misura dei salari.
Il salario minimo è la retribuzione di base per i lavoratori di differenti categorie, stabilita per legge, in un determinato arco di tempo. Non può essere in alcun modo ridotta da accordi collettivi o da contratti privati.
È in sostanza, una “soglia limite” di salario sotto la quale il datore di lavoro non può scendere.
Il Salario Minimo In Italia
Come noto in Italia non è mai stato istituito il salario minimo.
Era stato previsto nel Jobs Act, la legge di riforma del diritto del lavoro emanata dal governo Renzi nell’anno 2015, ma non è mai stato inserito nei decreti attuativi.
Nello schema del Jobs Act era stato pensato non in alternativa alla contrattazione collettiva ma invece in via alternativa per i soli settori non coperti da contrattazione.
Più di recente vi è stata la proposta dei partiti di opposizione, del 30 giugno 2023, di fissare il salario minimo a nove euro all’ora che non deve riguardare solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della para-subordinazione e del lavoro autonomo.
Per valutare questa proposta il Governo ha richiesto al CNEL di predisporre uno studio per verificare la situazione del salario equo nel Paese evidenziando, se ravvisate, eventuali criticità anche in relazione alla normativa europea e i possibili interventi correttivi.
Secondo il documento redatto dal CNEL non c’è bisogno di una legge sul salario minimo nel nostro Paese in quanto il tasso di copertura dei contratti collettivi nazionali supera l’80% richiesto dall’UE, e le paghe medie sono in linea con i 7,10 euro richiesti dall’Europa secondo i dati dell’ISTAT del 2019.
In quali paesi della UE non c’è il salario minimo?
Tra i ventisette Paesi che compongono l’Unione Europea non hanno introdotto il salario minimo nazionale soltanto sei Paesi.
I Paesi sono:
• Italia;
• Danimarca;
• Cipro;
• Austria;
• Finlandia;
• Svezia.
Anche la Svizzera non ha il salario minimo nazionale, la paga è disciplinata in modo differente a
seconda del Cantone di residenza e impiego.
Il salario minimo era stato previsto nel Jobs Act, ma poi è rimasto escluso dai decreti attuativi.
Le Retribuzioni Medie Di Settore In Italia Nell’anno 2023
In Italia, la retribuzione media annua lorda per dipendente è pari a circa 27.000 euro, con una crescita nell’ultimo decennio del 12%, in base al rapporto annuale ISTAT pubblicato il 7 luglio 2023
Appresso la retribuzione media orari nei settori più importanti:
– chimico farmaceutico: il trattamento orario minimo è pari a 11,34 euro;
– logistica e trasporto: l’importo orario minimo ammonta a 11,20 euro;
– metalmeccanico: retribuzione orario minimo è pari a 11,18 euro;
– alimentare: minimo retributivo orario è pari a 11,11 euro;
– terziario: minimo retributivo orario è pari a 11,01 euro;
– tessile: minimo retributivo orario è pari a 10,39 euro;
– pubblici esercizi: minimo retributivo orario è pari a 9,92 euro;
– turismo: il minimo salariale orario ammonta a 9,67 euro.
A Quanto Ammonta Il Salario Minimo Europeo Nei Singoli Paesi
Secondo le più recenti statistiche pubblicate da Eurostat, a luglio 2023 erano previste retribuzioni minime nazionali in 21 dei 27 Stati membri dell’UE con notevoli differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l’importo mensile. Ad esempio si va dai 398 euro in Bulgaria ai 2.508 euro in Lussemburgo. Nello specifico queste sono le retribuzioni minime mensili lorde nei singoli Paesi
Europei (aggiornate a luglio 2023):
• Belgio: 1.955,04 euro;
• Bulgaria: 398,81 euro;
• Croazia: 700 euro;
• Repubblica Ceca: 728,67 euro;
• Estonia: 725 euro;
• Francia: 1.747,2 euro;
• Germania: 1.997 euro;
• Grecia: 910 euro;
• Irlanda: 1.909,7 euro;
• Lettonia: 620 euro;
• Lituania: 840 euro;
• Lussemburgo: 2.508,24 euro;
• Malta: 835,16 euro;
• Paesi Bassi: 1.995 euro;
• Polonia: 811,03 euro;
• Portogallo: 886,67 euro;
• Romania: 604,41 euro;
• Slovacchia: 700 euro;
• Slovenia: 1.203,36 euro;
• Spagna: 1.260 euro;
• Ungheria: 623,77 euro
Il Salario Minimo In Europa
Da tempo si è sviluppato un dibattito in merito alla necessità di considerare un cosiddetto “salario minimo europeo”.
Tale discussione vede coinvolti, tra gli altri, le Istituzioni europee e nazionali, le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e gruppi di esperti.
Una criticità consiste nel fatto che, ai sensi dell’articolo 153 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’eventuale definizione di un salario minimo rientra tra le competenze degli Stati membri e quindi è indispensabile il coinvolgimento di tutti gli Stati, cosa che appare di difficile attuazione pratica.
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L’Avvocato Andrea Dedoni, è nato a Carbonia il 30 Settembre 1964 ed è iscritto all’albo degli Avvocati della provincia di Cagliari dal 1997.
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