Lavoro: basta un tweet per perdere il posto di lavoro

Basta un post – o anche un tweet – per essere licenziati.

Così, per il Tribunale di Busto Arsizio (sentenza 62/2018) sono stati sufficienti i pochi caratteri pubblicati nel social network Twitter, per ledere l’immagine del datore di lavoro e «rendere esplicito un atteggiamento di disprezzo verso l’azienda e i suoi amministratori».

Il fatto è stato commesso ai danni di una compagnia aerea, quando esisteva ancora il limite dei 140 caratteri (oggi passati a 280): sufficienti, per il giudice, per ritenere leso il rapporto fiduciario con l’azienda. Il diritto di critica ha dei precisi requisiti che, se oltrepassati, possono ledere il vincolo di fedeltà alla base dei rapporti di lavoro.

Negli ultimi anni sempre più spesso l’utilizzo dei social network sui luoghi di lavoro è entrato nelle aule dei tribunali, con risultati non sempre scontati né uniformi. Ma altre volte, i dipendenti troppo “disinvolti” nel citare, sui social network, il datore di lavoro o i colleghi vengono “salvati” dai giudici. Se infatti la partita si gioca spesso sul filo del diritto di critica, le interpretazioni rischiano – a volte – di essere soggettive.

Dott.ssa Valentina Demontis

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L’Avvocato Andrea Dedoni, è nato a Carbonia il 30 Settembre 1964 ed è iscritto all’albo degli Avvocati della provincia di Cagliari dal 1997.
E’ il titolare dello studio legale Dedoni , coordina, organizza e supervisiona il lavoro di tutti i collaboratori dello studio .

Le competenze dell’Avvocato Dedoni sono il Diritto del Lavoro, il Diritto Civile ed il Diritto Fallimentare. Vanta un’esperienza trentennale nella gestione dei rapporti di lavoro e nel contenzioso nel lavoro: è socio dell’Associazione Giuslavoristi Italiani e dell’Associazione Giuslavoristi Sardi.