Il mobbing

Il termine mobbing indica le condotte vessatorie, aggressive e persecutorie, spesso sotto forma di terrore psicologico, poste in essere dal datore di lavoro (mobbers) o dai colleghi nei confronti di un lavoratore (mobbizzato) al fine di escluderlo o allontanarlo dal luogo di lavoro.
Le azioni di mobbing, per essere identificate, dovrebbero ripetersi:
– Per un protratto lasso di tempo;
– In modo sistematico e continuato;
– Azioni intenzionali o premeditate.
Secondo l’art. 2087 del codice civile, “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Il mobbing si distingue tra:
– Mobbing orizzontale, quando le vessazioni, le aggressioni e le persecuzioni provengono dai colleghi del lavoratore;
– Mobbing verticale, quando le vessazioni e le persecuzioni provengono dal datore di lavoro o da un superiore gerarchico del lavoratore;
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Le prime conseguenze del mobbing che ricadono sulla vittima, sono i problemi di salute:
– Alterazioni dell’equilibrio socio-emotivo (ansia, depressione, ossessioni, attacchi di panico);
– Alterazioni dell’equilibrio psicofisico (cefalea, vertigini, disturbi gastrointestinali, ipertensione arteriosa, dermatosi, mal di schiena, disturbi del sonno);
– Disturbi a livello comportamentale (disturbi alimentari, autolesionismo).
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